Le scarpe ALTRA RUNNING sono diverse dalle consuete scarpe running di altri marchi. Cosa le rende così diverse ? Quali sono i vantaggi che le ALTRA RUNNING SHOES offrono ai runners che le utilizzano ?
Vediamo alcune delle tecnologie vincenti che si possono ritrovare nelle scarpe ALTRA RUNNING.
FOOT-SHAPE™ TOE BOX
Le scarpe da running tradizionali hanno la toe-box a punta che comprime le dita dei piedi privandoli del loro spazio naturale.
Questo aumenta il rischio di fascite plantare, calli, neuromi e dolore neuropatico per esempio.
Una toe-box più ampia permette alle dita dei piedi di occupare lo spazio di cui hanno bisogno e all’alluce di restare dritto.
Ciò aumenta notevolmente la stabilità del piede e fornisce un potente effetto propulsivo garantendo una maggiore performace.
Potremmo citare alcune scoperte scientifiche, ma in ultima analisi, è piuttosto semplice: non facciamo altro che restituire ai vostri piedi lo spazio di cui hanno bisogno in modo naturale.
Questo migliora la stabilità e conferisce maggiore potenza in fase di stacco, per la massima performance durante la corsa.
Vorremmo poterla chiamare rivoluzione scientifica, ma in realtà stiamo semplicemente garantendo al piede il raggio d'azione di cui ha bisogno.
Vantaggi:
Mantiene l'alluce dritto per maggiore stabilità e più potenza nella fase di stacco .
Consente alle dita di rilassarsi ed allargarsi naturalmente .
Consente al piede di correggere spontaneamente un'eventuale pronazione eccessiva
ZERO DROP
Anni fa, il creatore del marchio Altra, ha iniziato a fondere le suole esterne delle scarpe da corsa per eliminare la materia in eccesso al livello del tallone.
Il risultato era visivamente abbastanza singolare, ma una sensazione confortevole durante la corsa e i benefici fisici erano lì!
Il termine "Zero-Drop" è stato quindi introdotto per descrivere la mancanza di differenza di livello tra la parte anteriore e quella posteriore della scarpa.
Il piede in posizione orizzontale consente allo stesso tempo un allineamento naturale della schiena e del corpo per un impatto ridotto ad ogni passo.
Lo zero-drop rafforza anche il tendine di Achille e i muscoli del polpaccio, indeboliti da anni di corsa con il tallone sollevato.
ZERO DROP™ ZERO LIMITS
Ogni scarpa da corsa Altra è dotata di piattaforma Zero Drop™ totalmente ammortizzata, che mantiene tallone e avampiede alla stessa distanza dal terreno.
Questo equilibrio naturale allinea il piede, la schiena e la postura per ridurre l'impatto.
L'intera gamma di scarpe Zero Drop™ di Altra ci distingue dalla maggior parte dei produttori di scarpe da corsa con tallone rialzato.
Correre con un tallone rialzato sposta il piede dalla propria posizione naturale, favorendo una cadenza eccessiva dall'impatto elevato.
Vantaggi:
Zero Drop™
Tallone e avampiede sono alla stessa distanza dal terreno
Favorisce la forma corretta per ridurre l'impatto iniziale di 3-5 volte.
Il tendine d'Achille si carica in maniera naturale per uno slancio migliore
Il rapporto 1:1 allinea piedi, schiena e postura in modo naturale
Incentiva ad utilizzare una tecnica di corsa più efficace
Peso bilanciato dalla punta al tallone
LA CALZATA
Una scarpa da corsa comoda e dalla calzata corretta ha un'importanza fondamentale se si percorrono lunghe distanze.
Questa è la ragione alla base del metodo di sviluppo delle nostre calzature.
Per consentire ai piedi di muoversi in maniera naturale, è essenziale che la scarpa calzi in modo comodo e preciso.
Correndo a piedi nudi, il piede non subisce alcuna costrizione. Le dita si allargano, il piede si rilassa e i muscoli hanno maggiore potenza.
Ecco come indossare le scarpe Altra per aumentarne al massimo i benefici:
Lasciare almeno ½" fra il dito più lungo e la punta della scarpa.
La scarpa Zero Drop™ deve far sentire il piede più rilassato e naturale possibile.
Se la misura è giusta, la scarpa può sembrare "troppo larga" intorno alle dita, e abituare il piede ad allargarsi può richiedere anche un paio di giorni.
Calzando in questo modo, il piede diventerà più STABILE, sarà più COMODO e più POTENTE.
Il tipo e la misura giusti delle scarpe consentono al corpo di fare ciò che è naturalmente propenso a fare, senza bisogno di maggiore stabilità, supporti, cuscinetti d'aria o in gel, molle o altro.
In questo modo si riduce il rischio di infortuni ed è possibile correre più a lungo e più lontano.
Puoi trovare la gamma completa dei modelli di ALTRA RUNNING da trail e da strada sul nostro store online www.motusport.it .
Troverai i nuovi modelli TORIN , PARADIGM , LONE PEAK , OLYMPUS ed altri ancora
CLICCA QUI PER VEDERE TUTTO IL CATALOGO DI SCARPE ALTRA RUNNING
PERCHE' ALTRA ?
FOOT-SHAPE™ TOE BOX
Le scarpe da running tradizionali hanno la toe-box a punta che comprime le dita dei piedi privandoli del loro spazio naturale.
Questo aumenta il rischio di fascite plantare, calli, neuromi e dolore neuropatico per esempio.
Una toe-box più ampia permette alle dita dei piedi di occupare lo spazio di cui hanno bisogno e all’alluce di restare dritto.
Ciò aumenta notevolmente la stabilità del piede e fornisce un potente effetto propulsivo garantendo una maggiore performace.
Potremmo citare alcune scoperte scientifiche, ma in ultima analisi, è piuttosto semplice: non facciamo altro che restituire ai vostri piedi lo spazio di cui hanno bisogno in modo naturale.
Questo migliora la stabilità e conferisce maggiore potenza in fase di stacco, per la massima performance durante la corsa.
Vorremmo poterla chiamare rivoluzione scientifica, ma in realtà stiamo semplicemente garantendo al piede il raggio d'azione di cui ha bisogno.
Vantaggi:
Mantiene l'alluce dritto per maggiore stabilità e più potenza nella fase di stacco .
Consente alle dita di rilassarsi ed allargarsi naturalmente .
Consente al piede di correggere spontaneamente un'eventuale pronazione eccessiva .
ZERO DROP
Anni fa, il creatore del marchio Altra, ha iniziato a fondere le suole esterne delle scarpe da corsa per eliminare la materia in eccesso al livello del tallone.
Il risultato era visivamente abbastanza singolare, ma una sensazione confortevole durante la corsa e i benefici fisici erano lì!
Il termine "Zero-Drop" è stato quindi introdotto per descrivere la mancanza di differenza di livello tra la parte anteriore e quella posteriore della scarpa.
Il piede in posizione orizzontale consente allo stesso tempo un allineamento naturale della schiena e del corpo per un impatto ridotto ad ogni passo.
Lo zero-drop rafforza anche il tendine di Achille e i muscoli del polpaccio, indeboliti da anni di corsa con il tallone sollevato.
ZERO DROP™ ZERO LIMITS
Ogni scarpa da corsa Altra è dotata di piattaforma Zero Drop™ totalmente ammortizzata, che mantiene tallone e avampiede alla stessa distanza dal terreno.
Questo equilibrio naturale allinea il piede, la schiena e la postura per ridurre l'impatto.
L'intera gamma di scarpe Zero Drop™ di Altra ci distingue dalla maggior parte dei produttori di scarpe da corsa con tallone rialzato.
Correre con un tallone rialzato sposta il piede dalla propria posizione naturale, favorendo una cadenza eccessiva dall'impatto elevato.
Vantaggi:
Zero Drop™
Tallone e avampiede sono alla stessa distanza dal terreno
Favorisce la forma corretta per ridurre l'impatto iniziale di 3-5 volte.
Il tendine d'Achille si carica in maniera naturale per uno slancio migliore
Il rapporto 1:1 allinea piedi, schiena e postura in modo naturale
Incentiva ad utilizzare una tecnica di corsa più efficace
Peso bilanciato dalla punta al tallone
LA CALZATA
Una scarpa da corsa comoda e dalla calzata corretta ha un'importanza fondamentale se si percorrono lunghe distanze.
Questa è la ragione alla base del metodo di sviluppo delle nostre calzature.
Per consentire ai piedi di muoversi in maniera naturale, è essenziale che la scarpa calzi in modo comodo e preciso.
Correndo a piedi nudi, il piede non subisce alcuna costrizione. Le dita si allargano, il piede si rilassa e i muscoli hanno maggiore potenza.
Ecco come indossare le scarpe Altra per aumentarne al massimo i benefici:
Lasciare almeno ½" fra il dito più lungo e la punta della scarpa.
La scarpa Zero Drop™ deve far sentire il piede più rilassato e naturale possibile.
Se la misura è giusta, la scarpa può sembrare "troppo larga" intorno alle dita, e abituare il piede ad allargarsi può richiedere anche un paio di giorni.
Calzando in questo modo, il piede diventerà più STABILE, sarà più COMODO e più POTENTE.
Il tipo e la misura giusti delle scarpe consentono al corpo di fare ciò che è naturalmente propenso a fare, senza bisogno di maggiore stabilità, supporti, cuscinetti d'aria o in gel, molle o altro.
In questo modo si riduce il rischio di infortuni ed è possibile correre più a lungo e più lontano.
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1. La composizione corporea – aspetti generali.
Nella moderna concezione dell’allenamento sportivo la valutazione ed il controllo del peso corporeo dell’atleta, rivestono un’importanza significativa, pari a quella relativa alle impostazioni metodologiche.
Il controllo e la regolazione del peso corporeo hanno infatti un ruolo di rilievo ai fini del raggiungimento di una performance ottimale.
Il problema riguarda atleti di svariate discipline, sia quelle di endurance, dove l’atleta magro è avvantaggiato sia in termini di economicità che di capacità di termoregolazione, che quelle dove esistono categorie di peso (sollevamento pesi, pugilato, lotta, ecc..). dove il rapporto peso potenza influisce in modo critico sulla prestazione.
Va precisato che il criterio della distinzione in categorie ponderali, basandosi sul peso puro e semplice, non considera le differenze fra massa magra e massa grassa e per questo non risulta molto preciso, ma è sufficiente per mettere in competizione atleti con caratteristiche fisiche non troppo dissimili.
Il problema del controllo del peso, per contro, non riguarda chi gareggia nelle massime categorie e gli atleti di specialità in cui assume importanza la forza assoluta (es. lanci in atletica leggera) più di quella relativa.
L’espressione ed il controllo della composizione corporea di un atleta sono funzioni dipendenti da fattori genetici, dall’alimentazione e dall’allenamento.
Sebbene le tabelle peso-altezza siano largamente usate per definire il grado di sovrappeso basato sull’età e sulla struttura fisica, esse non sono in grado di fornire indicazioni sulla composizione qualitativa del peso corporeo. Infatti, sono spesso tabelle adatte ad indagini epidemiologiche su popolazioni ampie conseguentemente la loro applicazione ad atleti è inaffidabile.
Può, ad esempio, verificarsi che un soggetto abbia un peso superiore a quello suggerito dalle tabelle, ma che la sua quota di grasso sia molto bassa; il peso in eccesso sarà rappresentato da massa muscolare. Differentemente con la misurazione della percentuale di massa grassa, i parametri che fanno riferimento all’altezza ed alla corporatura perdono di significato; in sostanza una persona è grassa se supera certi valori percentuali indipendentemente dalla sua struttura fisica.
Più che il peso quindi deve interessare la composizione corporea
Nell’atleta il problema del dimagrimento è spesso più complesso che nel sedentario poiché qualsiasi trattamento volto ad intaccare i depositi lipidici deve preservare inalterati i livelli di forza e quindi di tessuto muscolare del soggetto.
L’obiettivo è di dimagrire mantenendo i livelli di forza ed efficienza.
Solo attraverso questa strada si ottiene il raggiungimento del peso forma
E’ stato, infatti, verificato che riduzioni cospicue del peso corporeo determinano una diminuzione non soltanto del tessuto adiposo ma anche di quello magro; al contrario occorre preservare - migliorare la componente muscolare, pena il decremento dei livelli di forza, resistenza ed efficienza muscolare in genere dell’atleta.
La chiave, dunque, è perdere grasso e non massa magra e la conoscenza della percentuale di grasso corporeo ci consente di dare un giudizio più obiettivo dello stato di forma e del peso corporeo ideale dell’atleta.
A questo proposito è bene chiarire che dimagrimento e calo ponderale NON sono sinonimi.
Per dimagrimento s’intende la riduzione del tessuto adiposo, accompagnata normalmente, ma non necessariamente, da una diminuzione del peso.
Per calo di peso s’intende solamente lo spostamento verso sinistra dell’ago della bilancia, non sempre o non solo dovuto alla perdita di tessuto adiposo, ma probabilmente anche alla perdita d’acqua e proteine muscolari.
Le componenti del corpo su cui si può principalmente agire per ottenere un calo ponderale sono:
- il glicogeno epatico e muscolare con l’acqua ad esso legata
- le frazioni idriche dell’organismo
- il contenuto intestinale
- il grasso corporeo
- i muscoli
Naturalmente agire su di una di queste componenti piuttosto che su un’altra non è la stessa cosa; le variazioni, ad esempio, legate alle frazioni idriche o al contenuto di glicogeno possono essere tollerate solo per alcune ore. La riduzione del grasso corporeo, invece, può avere effetti duraturi, senza danni di alcun tipo per la salute dell’organismo.
Il concetto di composizione corporea si lega a quello di forza assoluta e relativa.
Per forza assoluta s’intende la forza massima che un atleta riesce ad esplicare in un certo movimento, indipendentemente dal suo peso corporeo.
La forza relativa è la forza sviluppabile in rapporto al peso corporeo; il valore si ottiene semplicemente dividendo la forza assoluta per la massa corporea e corrisponde alla forza per ogni kg di massa corporea (forza relativa = forza assoluta / peso corporeo)
Ipotizziamo che due ciclisti abbiano lo stesso valore in watt alla soglia anaerobica (4 Mm di lattato) ad es. 300 watt, ma il primo sia 70 kg ed il secondo 80 kg.
Solo in teoria hanno la stessa potenza alla soglia, infatti, il primo sviluppa un rapporto peso potenza di 4,28 watt, mentre il secondo si ferma solamente a 3,75 watt per chilo di peso corporeo; la differenza numerica è sostanziale (0,53 watt) e si traduce in differenza di rendimento soprattutto in salita.
2. L’esame plicometrico
La metodica antropoplicometrica è il metodo più diffuso di valutazione della composizione corporea; è semplice, non invasiva, di poco costo, di rapida esecuzione ed utilizzabile come riferimento per analizzare le modificazioni della massa muscolare in corso di attività fisica o dopo specifici programmi di allenamento.
Il principio su cui si basa è che l’aumento del grasso corporeo totale determina anche un parallelo aumento del grasso sottocutaneo.
Essa si basa sulla misurazione dello spessore della pelle tramite una pinza calibrata, detta plicometro.
La metodica plicometrica offre un vantaggio specifico poiché garantisce la possibilità di ottenere delle informazioni sulle diversità distrettuali di composizione corporea, in particolare della distribuzione di tessuto adiposo.
La plicometria cutanea è una metodica densitometrica in quanto arriva alla determinazione di una densità corporea partendo dalla misurazione dello spessore del tessuto adiposo sottocutaneo.
Si assume che vi sia uno stretto rapporto tra gli spessori delle pliche e la percentuale di grasso totale corporea.
La misurazione delle pliche ci consente di risalire alla densità corporea e da questa al compartimento di massa grassa, per differenza dal peso si otterrà poi la massa magra.
Numerosi studi hanno dimostrato che esiste un grado di correlazione tra il grasso sottocutaneo e quello totale, questo è in funzione dell'età e varia a seconda della popolazione considerata, inoltre la plicometria consente di definire la topografia del grasso sottocutaneo
Il metodo della plicometria non fornisce valori rigorosamente esatti, dipendendo sia dall’efficacia tecnica del plicometro sia dall’esperienza dell’operatore nella rilevazione.
Le informazioni che si ottengono vanno dunque utilizzate con elasticità, ma sono comunque molto attendibili, ripetibili ed indicative.
Attraverso la rilevazione di pliche cutanee, circonferenze e calibri ossei è possibile risalire alle misurazioni sia in kg sia in termini percentuali di:
e stabilire la tipologia di struttura ossea dell’individuo (longitipo, normotipo, brevitipo)
2.1 Il plicometro
La plicometria, come detto, misura lo spessore delle pliche cutanee.
Il termine plica indica lo spessore di una piega della cute e del tessuto adiposo sottocutaneo relativo in un punto specifico del corpo.
La misura viene effettuata con un calibro, le cui estremità vengono applicate alla cute in modo che lo spessore di questa sia misurato su una linea
perpendicolare all'asse longitudinale della plica.
Tale strumento, denominato plicometro, può essere paragonato al calibro di un meccanico in quanto è costituito essenzialmente da una pinza e da una scala graduata che misura la distanza tra le punte.
Il plicometro dovrebbe esercitare una pressione costante tra le pliche di 10g/mm ² (se la pressione è diversa la non ottimale compressione della plica causerà errori in fase di rilevazione).
E' pertanto opportuno controllare periodicamente il calibro attenendosi alle indicazioni del costruttore (pressione, distanza dalle punte).
Ne esistono di vari tipi che vanno da quelli più economici in plastica, non adatti a rilevazioni scientifiche, a quelli più professionali in metallo. Questi ultimi sono i più usati in ambito antropometrico e sono essenzialmente tre:
- Lange USA, 65mm;
- Harpenden GB 55 mm,
- Holtain 50 mm (i mm rappresentano la misura della massima apertura delle pinze).
2.2 Tecnica di rilevazione
La corretta tecnica di rilevazione è fondamentale per non introdurre errori di misura.
E' importante standardizzare i criteri di selezione e localizzazione dei siti di misurazione, in quanto anche loro piccole variazioni possono compromettere grandemente la misurazione.
La standardizzazione dei siti di misurazione dovrebbe sempre riferirsi a punti di repere ben chiari.
Quando si vogliono eseguire delle misurazioni sullo stesso soggetto nel tempo, il calibro deve essere sempre lo stesso e così anche l'operatore, questo per evitare errori oggettivi o soggettivi.
La plica viene sollevata con il pollice e l'indice (attenzione a sollevare solo cute e sottocute) su una linea perpendicolare all'asse longitudinale del sito, quindi le estremità del calibro eserciteranno una pressione sulla plica rilevandone la misura
Occorre dunque rispettare le seguenti linee guida:
Essendo la cute elastica la misura deve essere letta entro circa 4 secondi dopo che si è rilasciato il calibro, se intercorre più tempo la misura letta sarà più piccola di quella reale perché i liquidi saranno forzati ad uscire dai tessuti.
Con i calibri tradizionali, la misura deve essere rilevata alcune volte (in genere tre) ed il valore medio assunto come quello reale.
La misura dei pannicoli adiposi (pliche) può essere effettuata in diverse sedi, le più utilizzate sono:
Pettorale
Il sito di misurazione è rappresentato dal punto mediano di una linea immaginaria che collega il capezzolo con l'angolo ascellare anteriore,soggetto in posizione eretta e braccia rilassate ai lati del corpo. La plica viene presa in direzione diagonale tra l'ascella ed il capezzolo
Sottoscapolare
il sito di misurazione è situato appena sotto l'angolo inferiore della scapola, con il soggetto in posizione eretta e le braccia rilassate ai lati del corpo. La plica viene rilevata in diagonale
Soprailiaca
Il sito di misurazione è sulla linea medio-ascellare appena sopra la cresta iliaca, con il soggetto in posizione eretta e le braccia che pendono ai lati del corpo. La plica viene presa in obliquo, appena sopra la cresta iliaca
Addominale
Il sito di misurazione è localizzato tre cm lateralmente all'ombelico ed un cm inferiormente ad esso con il soggetto che respira normalmente ed ha la muscolatura addominale rilassata. La plica viene presa in verticale (od orizzontale a seconda degli autori), tre cm lateralmente all'ombelico
Tricipite
Il sito di misurazione si trova sulla superficie posteriore del braccio, sopra il muscolo tricipite, in corrispondenza del punto medio di una linea tracciata tra il processo acromiale della scapola ed il margine inferiore del processo olecranico dell'ulna.
La plica tricipitale è la plica più comunemente misurata, è strettamente correlata con il grasso corporeo percentuale e totale. La plica viene presa in verticale, a metà del braccio misurato flesso
Bicipite
Il sito di misurazione si trova sulla superficie anteriore del braccio a livello della protuberanza del muscolo bicipite. La plica viene presa in verticale, a metà del braccio misurato disteso
Coscia
Il sito di misurazione si trova sulla linea mediana anteriore della coscia, in corrispondenza del punto medio di una linea tracciata tra la piega inguinale ed il margine prossimale della rotula, al fine di facilitare la localizzazione della piega inguinale, si chiede al soggetto in posizione eretta di flettere la coscia.
La plica viene presa in verticale, al centro della distanza tra la piega inguinale e la rotula
Polpaccio
Il soggetto siede con la coscia flessa sulla gamba di 90° e la pianta del piede sul pavimento, il sito di misurazione si trova a livello del margine mediale del polpaccio nel punto dove c'è la massima circonferenza della gamba. La plica viene presa in verticale, nel punto di maggior sviluppo della parte e nella sua porzione mediale
La misura delle circonferenze corporee: punti di repere
- circonferenza del torace
viene misurata a livello della quarta articolazione sterno-costale, con il soggetto in piedi, alla fine di una normale espirazione. Il punto di riferimento anatomico sulla superficie anteriore del torace più frequentemente menzionato è il capezzolo, che corrisponde circa al quarto spazio intercostale
- circonferenza della vita
Il soggetto in posizione eretta, con l'addome rilassato nel punto più stretto dell'addome, la misura viene effettuata alla fine di un'espirazione normale. E' una misura indicativa del tessuto adiposo profondo ed è correlata con il valore di massa magra e con l'indice di massa corporeo (BMI)
- circonferenza addominale
Il sito di misurazione corrisponde a livello ombelicale, in corrispondenza della maggiore estensione anteriore dell'addome, la misura viene effettuata alla fine di una normale espirazione.
E' un indice antropometrico del tessuto adiposo sottocutaneo e profondo
- circonferenza dei glutei o dei fianchi
E' la circonferenza massima dei glutei, misura la dimensione esterna dalla pelvi che è correlata con la quantità distrettuale di tessuto adiposo de distretto inferiore del corpo.
2.3 Possibili errori
Gli errori che si possono commettere in sede di rilevazione sono moltissimi ed è importante conoscerli in modo da ridurli il più possibile.
1) Abilità operatore
La localizzazione errata delle pliche causa errori nella misura:
a) Errore intra-osservatore:
- errore associato allo stesso rilevatore su misure ripetute sullo stesso soggetto. Varia con il sito ed è maggiore per addome (8,8%) e coscia (7,1%) perché in questi siti la quantità di tessuto adiposo sottocutaneo è maggiore.
- quantità di grasso del soggetto: più un soggetto è grasso e più la rilevazione diventa difficile; infatti negli individui obesi e in quelli molto muscolosi il tessuto adiposo sottocutaneo non si separa facilmente dal muscolo sottostante.
Inoltre negli obesi lo spessore delle pliche eccede la massima apertura del calibro.
L'unica alternativa è quella di prendere siti dove il tessuto adiposo sottocutaneo è minimo (bicipite).
b) Errore inter-osservatore:
errore associato a rilevatori diversi L'oggettività delle misure migliora quando i rilevatori seguono procedure standardizzate, si esercitano assieme e marcano i siti.
2) Tipo di calibro
Controllare:
- accuratezza
- precisione
- range di misura
- pressione
- usare lo stesso calibro per misure ripetute sullo stesso soggetto
3) Fattori legati al soggetto
- spessore della cute (0.5-2 mm)
- comprimibilità del tessuto adiposo
- livello di idratazione
- non effettuare la misura dopo allenamento, sauna, bagno turco, nuoto o doccia poiché l’ esercizio fisico, acqua calda e calore producono iperemia (aumento flusso ematico) nella pelle con conseguente aumento dello spessore cutaneo.
4) Equazioni di predizione usate: esistono due classi di equazioni:
- equazioni popolazione specifiche, derivate da un campione limitato e omogeneo ed applicabili esclusivamente ad una determinata popolazione (ad esempio nella valutazione della composizione corporea dei ciclisti).
- equazioni generalizzate, derivate da ampi campioni eterogenei che variano in età e adiposità (es. valutazione composizione corporea degli Italiani)
3. L’esame plicometrico nel dettaglio
Vediamo di entrare nel merito, esaminando nel dettaglio un esame plicometrico
E’ necessario, come prima operazione, registrare una serie di dati che possiamo suddividere in quattro ambiti:
dati generali: altezza, peso, f.c. a riposo, tipo di attività lavorativa
dati inerenti le pliche cutanee: plica tricipitale, scapolare, toracica, ombelicale, soprailiaca e quadricipitale
dati inerenti le circonferenze muscolari: rilevazioni a carico di braccio, vita, coscia radiale (a livello dell’inguine) e mediale
dati inerenti i calibri ossei: rilevazioni dello spessore delle ossa di polso, gomito, ginocchio e caviglia.
I dati così raccolti vengono immessi in un programma computerizzato (Wincomp, Infrafit) che li elabora secondo apposite formule.
La classificazione della struttura ossea può essere brevilinea, normolinea e longilinea; appartenere ad una di queste tre classi non dipende esclusivamente dalla statura dell’atleta, ma dal rapporto tra la statura e l’entità dei suoi calibri ossei; un atleta di 178-180 cm può risultare normolineo e non longilineo proprio a causa di un tessuto osseo totale di elevato valore.
Dalla misurazione dei calibri ossei, che naturalmente potrà essere omessa nelle successive misurazioni sullo stesso atleta, derivano i kg di tessuto osseo ed il loro valore percentuale sul peso totale.
La massa grassa viene espressa in valore totale in kg e valore in percentuale
Costituisce il fulcro dell’esame plicometrico.
La massa grassa dell’atleta viene espressa in kg e nel suo valore percentuale corrispondente.
Una maschera grafica del software permette di apprezzare i punti dove l’accumulo è maggiore o minore nei casi in cui vi sia un accumulo disomogeneo; queste zone riflettono in forma orientativa l’attività sportiva praticata o, in alcuni casi, il tipo di professione.
Nell’esaminare il valore assoluto in kg non bisogna credere che esso si possa abbattere in toto; infatti nel nostro organismo il tessuto adiposo si suddivide in:
essenziale o strutturale = è parte inscindibile degli organi, necessario alle funzioni fisiologiche
dell’organismo; si trova nel midollo osseo, cuore, polmoni, fegato, milza, reni, intestino, nel sistema nervoso centrale
La quantità di grasso essenziale è maggiore di quattro volte nella donna rispetto all’uomo
Alcuni autori parlano anche di essenziale e viscerale
di deposito = è quello che si trova nel tessuto sottocutaneo e profondo
Naturalmente l’obiettivo dello sportivo è di abbassare la quota relativa al grasso di deposito
Le possibilità e le capacità di un atleta di abbassare la sua percentuale di grasso corporeo dipendono da svariati fattori: genetici, alimentari, chimici, relativi al tipo di sport ed al tipo d’allenamento.
Mediamente le percentuali di grasso si possono così riassumere, sottointendendo che, come detto, le differenze interindividuali, possono essere notevoli.
|
Sedentari |
Fitness |
Sportivi Amatoriali |
Sportivo prof. |
Uomini |
16-20% |
11-15% |
8-10% |
4-7% |
Donne |
24-26% |
17-22% |
15-17% |
11-13% |
A corollario di questi dati non va dimenticata la regola fondamentale, e cioè che il dimagrimento deve essere funzionale al raggiungimento di una maggiore competitività, per cui non ha senso intestardirsi nel raggiungere determinati valori di percentuale di grasso se ci si accorge che non sono compatibili con un parallelo incremento delle proprie capacità di esercizio.
La massa magra è costituita dai kg di peso totale – kg massa grassa
Il 50% circa della massa magra è costituito da tessuto muscolare
All’interno della massa magra, sono importanti i valori di:
Kg totali di muscolo
Percentuale di muscolo su massa magra
Entrambi i valori sono di primaria importanza per controllare che un calo di peso registrato sia effettivo dimagrimento (= calo dei kg di grasso) e non si accompagnato da perdita di massa muscolare.
C’è la possibilità di conoscere come i kg di muscolo sono distribuiti tra distretto superiore (arti superiori e tronco) e distretto inferiore (glutei e arti inferiori); una caratteristica, ad esempio dei ciclisti, è di avere uno scarto sempre superiore a 11-12 kg a favore del distretto inferiore, cosa che non capita a sportivi più “completi” (es. canottieri, nuotatori, triatleti).
In effetti nel ciclista questa differenza va ricercata, in quanto avere tessuto muscolare in surplus nel distretto superiore significherebbe solo zavorra inutile.
4. Lo studio statistico
Sono stati presi in considerazione due gruppi di atleti, uno costituito da ciclisti (23 soggetti) e l’altro da triatleti (22 soggetti).
Il livello medio di qualificazione di entrambi i gruppi era di medio – buon livello.
Il gruppo dei ciclisti è prevalentemente composto da atleti amatoriali dediti alle gare di medio fondo e gran fondo con la presenza, tuttavia, anche di tre ciclisti professionisti.
Il livello di qualificazione del gruppo di triatleti è più elevato, vantando la presenza di diversi nazionali, oltre ad atleti age group.
Di seguito sono riportati i risultati ottenuti sui due gruppi
|
|
|
|
|
|
|
muscolo su |
|
altezza |
kg |
T.osseo tot |
grasso tot. kg. |
Grasso % |
muscolo kg |
massa magra % |
1 |
167 |
61 |
9,85 |
5,34 |
8,76 |
28,5 |
51,2 |
2 |
184 |
80 |
13,3 |
4,7 |
5,88 |
43,81 |
58,18 |
3 |
186 |
72,5 |
12,65 |
3,91 |
5,39 |
36,78 |
53,62 |
4 |
176 |
69,9 |
11,28 |
6,23 |
8,9 |
35,89 |
56,37 |
5 |
163,5 |
63,8 |
10,12 |
5,56 |
8,72 |
31,55 |
54,19 |
6 |
172 |
62,8 |
9,93 |
4,09 |
6,51 |
31,01 |
52,81 |
7 |
181 |
74,7 |
12,23 |
8,73 |
11,69 |
32,43 |
49,16 |
8 |
175 |
71,8 |
10,69 |
4,48 |
6,23 |
35,74 |
53,08 |
9 |
182 |
67,4 |
11,12 |
2,89 |
4,29 |
35,15 |
54,48 |
10 |
174 |
68 |
12,39 |
6,46 |
9,51 |
30,41 |
49,42 |
11 |
179 |
72,4 |
11,18 |
6,17 |
8,52 |
36,56 |
55,16 |
12 |
183,7 |
77 |
12,83 |
5,12 |
6,65 |
37,29 |
51,85 |
13 |
172 |
63,2 |
10,36 |
5,93 |
9,39 |
30,14 |
52,63 |
14 |
179 |
69,2 |
11,62 |
4,71 |
6,81 |
36,1 |
55,99 |
15 |
169 |
69 |
10,83 |
4,15 |
6,01 |
35,16 |
54,21 |
16 |
179 |
74 |
12,34 |
6,49 |
8,77 |
38,37 |
56,84 |
17 |
177 |
70,3 |
10,96 |
6,37 |
9,06 |
36,52 |
57,13 |
18 |
173 |
59,8 |
10,42 |
3,05 |
5,09 |
30,82 |
54,3 |
19 |
180 |
77,5 |
13,06 |
6,9 |
8,9 |
37,51 |
53,12 |
20 |
176 |
77,7 |
11,43 |
10,42 |
13,41 |
32,88 |
48,87 |
21 |
180 |
71,6 |
11,77 |
6,27 |
8,73 |
36,51 |
55,84 |
22 |
184 |
80 |
13,35 |
7,26 |
9,08 |
43,99 |
60,48 |
Media |
177 |
70,6 |
11,53 |
5,69 |
8 |
35,14 |
54 |
Tabella 1: Riepilogo numerico dei valori rilevati sui triatleti esaminati
|
|
|
|
|
|
|
muscolo su |
|
altezza |
kg |
T.osseo tot |
grasso tot.kg. |
grasso% |
muscolo kg |
massa magra % |
1 |
185 |
93 |
13,59 |
9,81 |
10,54 |
44,35 |
53,31 |
2 |
160 |
62 |
8,09 |
6,84 |
11,03 |
28,85 |
52,32 |
3 |
165 |
59,2 |
9,19 |
4,94 |
8,34 |
28,09 |
51,77 |
4 |
185 |
88,6 |
12,83 |
9,43 |
10,72 |
40,27 |
50,84 |
5 |
168 |
57,5 |
9,7 |
3,22 |
5,59 |
28,37 |
52,22 |
6 |
175 |
73,5 |
10,18 |
7,12 |
9,68 |
35,03 |
52,77 |
7 |
180 |
76 |
14,42 |
7,63 |
10,04 |
35,78 |
52,33 |
8 |
173 |
71,7 |
11,77 |
7,98 |
11,12 |
36,79 |
57,7 |
9 |
170 |
69,3 |
11,64 |
5,53 |
7,98 |
33,8 |
53,01 |
10 |
183 |
67,4 |
12,37 |
3,12 |
4,55 |
32,38 |
50,31 |
11 |
172 |
70 |
11,09 |
10,97 |
15,67 |
30,82 |
52,21 |
12 |
174 |
74,4 |
11,53 |
9,31 |
12,49 |
36,83 |
56,59 |
13 |
180 |
66 |
10,92 |
3,01 |
4,56 |
34,58 |
54,89 |
14 |
170 |
69,1 |
10,82 |
7,04 |
10,17 |
33,84 |
54,53 |
15 |
183 |
73 |
11,88 |
7,08 |
9,69 |
38,01 |
57,65 |
16 |
175 |
65 |
9,82 |
4,51 |
6,94 |
29,58 |
48,91 |
17 |
174 |
65,9 |
10,12 |
6,5 |
9,87 |
32,69 |
55,04 |
18 |
180 |
72,8 |
11,61 |
6,01 |
8,26 |
35,76 |
53,54 |
19 |
172 |
63 |
9,65 |
4,27 |
6,78 |
34,07 |
58,01 |
20 |
180 |
74 |
10,77 |
9,3 |
12,56 |
33,78 |
52,21 |
21 |
182 |
79,4 |
13,37 |
7,87 |
9,93 |
38,93 |
54,45 |
22 |
180 |
82,5 |
11,93 |
9,9 |
11,97 |
37,29 |
51,37 |
23 |
178 |
68,5 |
11,25 |
5,72 |
8,34 |
35,49 |
56,53 |
Media |
175,8 |
71,3 |
11,24 |
6,83 |
9,42 |
34,58 |
53,58 |
Tabella 2: Riepilogo numerico dei valori rilevati sui ciclisti esaminati
Conclusioni
L'utilizzo della plicometria per determinare la percentuale di grasso corporeo è una tecnica semplice ed economica
Tale metodica si basa sul presupposto (non sempre vero) che lo spessore del tessuto adiposo sottocutaneo sia proporzionale al grasso corporeo totale e che le posizioni scelte siano rappresentative dello spessore medio del tessuto adiposo sottocutaneo.
Esistono diversi tipi di equazioni predittive (quadratiche o logaritmiche) che dovrebbero essere utilizzate sullo stesso tipo di soggetti (sedentari, atleti di potenza o resistenza ecc.) da cui sono state ricavate.
Utilizzata da un operatore esperto la plicometria risulta tuttavia valida, soprattutto per seguire nel tempo le variazioni del rapporto massa grassa/massa magra nell'atleta.
BIBLIOGRAFIA
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2. Bertucelli C. – Dati personali
3. Dal Monte A, Faina M. - Valutazione dell’atleta.
4 Fox, Bowers. Nutrizione, esercizio e controllo del peso. Pensiero Scientifico editore, 1995
5 Somenzini. Dieta giusta e bicicletta. Compagnia editoriale, 1986
6 Siani V. - Sport energia alimenti, Zanichelli
7 Zorzetto G. – La corretta alimentazione del ciclista, Elika edizioni.
(by Costantino Bertucelli from trainingteam.it)